Carni
CASERTANA (o Napoletana o Pelatella)
E' una razza molto pregiata, è allevata in Campania ed in parte delle province del Lazio, Molise , Puglia. Ha cute nero ardesia sprovvista di setole , scheletro fine; testa di media lunghezza , conica e a profilo leggermente concavo, che porta spesso due appendici cutanee dietro le mandibole.
E’ la razza più precoce fra le nostrane : ad un anno le scrofe pesano 120 – 140 Kg , i verri 150-170 Kg mentre i soggetti coetanei destinati al macello raggiungono i 219 Kg. La prolificità è discreta ( 7-9 maialini per parto ) ma buone sono le attitudini materne della capacità di allattamento e allevamento della nidiata.
Vivono pascolando nei campi, nei boschi, nei querceti e nei castagneti, cibandosi di erbe, di radici e di quant'altro riescono a trovare grufolando nel terreno. Alla sera, al ritorno nei porcili non ricevono generalmente che un beverone di crusca.
La carne del suino nero casertano è rinomata per la sua eccellente qualità, un vero gioiello gastronomico della Campania. Questi maiali, allevati allo stato brado nei boschi e nelle quercete, beneficiano di un'alimentazione naturale a base di ghiande, castagne, erbe e radici.
Questo tipo di alimentazione conferisce alla loro carne un sapore unico e ricco, con una texture succulenta che la distingue dalle carni suine convenzionali. Inoltre, grazie alla vita libera e all'esercizio quotidiano, la carne del suino nero casertano è caratterizzata da una distribuzione del grasso particolarmente favorevole, che le dona una maggiore morbidezza e una marcata tenerezza.
La carne si presta a numerose preparazioni culinarie, dai salumi pregiati come il prosciutto e la salsiccia, fino agli arrosti e agli stufati. Ogni boccone è un'esperienza sensoriale che riporta alle antiche tradizioni culinarie della regione, rendendola non solo un piacere per il palato ma anche un simbolo del patrimonio culturale locale.
Aziende produttrici
-
Tenuta Ara del Tufo
Via Colli, snc
03020 Giuliano di Roma (FR)
Italy -
La tua azienda
Unisciti a noi e fai crescere il tuo successo con l'esperienza e la professionalità di Bioflavour
La razza "Laticauda"
La Laticauda ha avuto probabilmente origine dalla pecora Nord-Africana, Barbaresca, formandosi, quindi, con successivi incroci con la pecora Appenninica locale e meticciamenti protrattisi a lungo. Attualmente essa presenta ben fissati i suoi caratteri ed il suo miglioramento è stato ottenuto mercè l’opera di selezione di appassionati, piccoli allevatori.
E’ allevata in Campania particolarmente nelle provincie di Benevento e di Avellino, con tendenza all’espansione in altre provincie.Viene allevata nella media collina in piccoli greggi che raramente raggiungono i 20 capi di consistenza. In passato prevaleva la transumanza, oggi gli allevamenti sono generalmente stanziali. Il tipo di allevamento più diffuso è quello poderale-familiare.
E’ la tipica razza a duplice attitudine:
- alla carne (per l’elevato tasso di gemellarità e per gli elevati accrescimenti degli agnelli)
- alla produzione di latte, che si aggira in media su 80 Kg con resa in formaggio (tipo caciotta) del 20%, circa, ed in ricotta del 6%, con contenuto in grasso variabile dal 6 all’8%.
La carne di Laticauda è molto ricercata per la delicatezza del sapore e dell’aroma, mentre il latte, di qualità eccellente e con un’elevata attitudine alla caseificazione, è utilizzato come materia prima per la produzione di formaggi pecorini con caratteristiche organolettiche uniche.
La pecora "bagnolese"
E’ una popolazione ovina con caratteristiche produttive interessanti. E’ distribuita principalmente nell’area dei monti Picentini in provincia di Avellino e da Bagnoli Irpino deriva il suo nome.
Alcuni allevamenti si trovano anche nelle provincie di Caserta e di Salerno.
Questo animale, dai tratti somatici simili alla Barbaresca, anche se allevato in condizioni ambientali difficili, fornisce produzioni rilevanti sia di latte e sia di carne.
La genuinità del prodotto è garantita dall’alimentazione naturale al pascolo, dalle piccole dimensioni degli allevamenti, a gestione familiare e lontani dai grandi insediamenti urbani.
L’agnello Bagnolese viene in genere alimentato esclusivamente con il latte materno e ciò contribuisce a rendere la sua carne particolarmente tenera e delicata.
Il latte, ricco di proteine e con una elevata attitudine alla caseificazione, costituisce la materia prima per produrre formaggi pecorini e ricotta.
La "Turchessa"
Ridotta allo stato di reliquia, merita un’azione di difesa per l’utilizzo razionale del territorio in ambienti "difficili".
Origine: Probabilmente, deriva dall’incrocio fra la razza Barbaresca e la popolazione Appenninica.
Consistenza: Poche centinaia di capi.
Area di allevamento: Benevento e parte della provincia di Avellino.
Attitudine produttiva: Carne e latte.
Sistema di allevamento: Stanziale semibrado.
Alcune caratteristiche morfologiche: (a) testa: grossa, profilo montonino, presenza di due zone eumelaniniche che delimitano la regione temporale; (b) vello: bianco, con bioccoli corti, semichiuso e che lascia scoperti la base del collo e il ventre.
Prospettive: per la sua sopravvivenza è necessario redigere un programma di recupero al fine di contenere il coefficiente di incrocio.
La "Quadrella"
Origine: Popolazione ovina con caratteristiche abbastanza simili a quelle della Laticauda, si ritiene cha derivi da diversi tipi genetici tra i quali; Gentile di Puglia, Laticauda e Appenninica.
Consistenza: Poche centinaia di capi.
Area di allevamento: Benevento e parte della provincia di Avellino.
Attitudine produttiva: Carne e latte.
Sistema di allevamento: Stanziale semibrado.
Alcune caratteristiche morfologiche: (a) testa: tozza, grossa, con profilo montonino; (b) vello: bianco, semiaperto; (c) arti: lunghi e robusti; (d) coda: larga all’attaccatura.
Prospettive: Dati i buoni risultati per la produzione della carne, si auspica una sua maggiore diffusione anche nelle zone tipiche in cui viene allevata la Laticauda.
Aziende produttrici
-
La tua azienda
Unisciti a noi e fai crescere il tuo successo con l'esperienza e la professionalità di Bioflavour
La "Valfortorina"
Popolazione autoctona allo stato di reliquia, è presente in qualche allevamento a conduzione familiare nella provincia di Benevento.
Origine: popolazione incrociata che presenta la caratteristiche maschere di pigmentazione dei tipi genetici primitivi.
Consistenza: circa 100 capi.
Area di allevamento: Benevento e provincia.
Attitudine produttiva: carne e latte.
Sistema di allevamento: stanziale semibrado.
Alcune caratteristiche morfologiche: (a) acorne; (b) mantello melanico uniformemente pezzato bianco e fulvo; (c) taglia: robusta in entrambi i sessi; (d) testa: allungata, pesante; (e) orecchie lunghe, larghe e pendenti; (f) tronco: corto, con modesti diametri.
Prospettive: si auspica una sua maggiore diffusione e utilizzazione per le notevoli capacità di adattamento ad ambienti "difficili", in quanto è una buona utilizzatrice di alimenti di scarso valore nutritivo e, quindi, di razioni alimentari a basso costo, e per la sua resistenza alle malattie.
La "Napoletana"
Popolazione autoctona allo stato di reliquia, è presente in qualche allevamento a conduzione familiare nelle province di Napoli, Salerno e Benevento.
Origine: area vesuviana e costiera sorrentina (Napoli).
Consistenza: circa 180 capi.
Area di allevamento: Attualmente è presente, in numero molto limitato, in provincia di Napoli, Salerno e Benevento.
Attitudine produttiva: carne e latte.
Sistema di allevamento: pastorale brado.
coniglio di fosso
Un tempo gli agricoltori scavavano dei fossi nel terreno, di circa 2 metri di profondità, dove riponevano le erbe ricavate dalla pulizia dei campi. In questi fossi venivano poi collocati i conigli che, come loro abitudine, scavavano subito delle tane laterali per andare a nascondersi.
L’erba riposta nelle fosse serviva loro da alimentazione. Le essenze prevalentemente utilizzate nell’alimentazione del coniglio di fosso sono: spuntature o rami di olivo, quercia, leccio, corbezzolo, carrubo, ginestra, acacia, frassino, fico, agrumi, pesco, pruno, albicocco, melo, pero, nespolo.
Per catturarli gli agricoltori realizzavano delle “trappole” che consistevano in tavole destinate a chiudere l’accesso dei conigli alle tane. Queste tavole scorrevano su dei paletti in legno ed erano azionate da una cordicella. Quando il coniglio usciva dalle tane per mangiare l’agricoltore azionava la trappola chiudendo l’accesso alla tana e catturando poi, agevolmente, i conigli.
Con questa tecnica d’allevamento i conigli non sono soggetti a forzature alimentari o a stress ambientali causati dalle gabbie. Dopo lo svezzamento infatti gli animali sono nutriti esclusivamente con alimenti naturali ed essenze spontanee del territorio.
Per non perdere queste tradizioni e valorizzare la produzione Ischitana è stata costituita un’associazione (Ischia Rabbit - O.N.L.U.S.). L’associazione raccoglie quindi una trentina di allevatori impegnati nel recupero di questo prodotto tradizionale.
Scopo dell’Associazione è anche quello di recuperare la razza originaria di conigli d’Ischia che giustamente è considerata fondamentale per la valorizzazione del prodotto.
La Carne di Bufalo
Le ricerche condotte presso il Dipartimento di Scienze Zootecniche, della Facoltà di Medicina Veterinaria di Napoli, ed i successivi contributi degli studiosi dell'Istituto Sperimentale per la Zootecnia di Roma e dell'Istituto di produzione Animale di Portici, hanno permesso di conoscere che le caratteristiche dietetiche nutrizionali della carne di bufalo sono eccellenti e sotto alcuni aspetti superiori a quelle della carne bovina.
Nel Bufalo non esistono problemi di B.S.E. (mucca pazza), le carni sono di colore roseo, succose e molto tenere data la giovane età di macellazione.
E' stato visto che il contenuto in colesterolo delle carni di bufala è più basso, la carne è gustosa e digeribile. Particolarmente dietetica, può essere utilizzata per qualsiasi tipo di preparazione culinaria, bene sposandosi con gli ingredienti della cucina mediterranea.